Allergologia - Allergie: Alimentare
"L'uomo si ammala mangiando e guarisce digerendo" dice un antico proverbio arabo. Infatti solo nel momento in cui l'organismo digerisce ed assimila il cibo, opportunamente trasformato, questi raggiunge il sangue.
In caso di processo allergologico, quando i meccanismi immunologici di difesa riconoscono negli alimenti o nei suoi derivati un prodotto da "rigettare" si manifesta una variata possibilità di reazioni che si possono riassumere come segue:
a livello del sistema digestivo: nausea, vomito, diarrea con o senza crampi intestinali;
a livello della cute: eczema, orticaria, edemi di Quincke;
a livello delle vie respiratorie: rinite, asma;
a livello cardio-circolatorio: collasso e persino shock anafilattico.
Non dimentichiamo comunque che taluni alimenti (o loro componenti) possono provocare delle reazioni cliniche anche senza essere state ingerite per inalazione o per contatto con la pelle. Sono noti, ad esempio, disturbi respiratori in seguito ad inalazione di polveri farinose in alcuni panettieri o pasticceri (asma) oppure l'eczema di contatto irritativo allergico alle mani dovuto allo sfregamento con cipolle, aglio, mango. É evidente che l'allergia, soprattutto quella alimentare, ha sempre colpito l'immaginazione del grande pubblico. Molte persone sono profondamente convinte che un fenomeno allergologico-alimentare sia alla base dei loro disturbi di salute, di qualsiasi genere essi siano. Questa credenza è sicuramente alimentata dalle numerose pubblicazioni di volgarizzazione in materia.
Per il medico che affronta il paziente con questi convincimenti è anzitutto utile cercare di evidenziare il vero significato di "allergico". Bisogna, in altre parole, cercare di enucleare le allergie dovute a fenomeni immunologici conosciuti (e perciò riproducibili tramite appropriati test paraclinici) da situazioni dovute a pseudo-allergie, dovute a fenomeni psicosomatici o a fenomeni da intossicazione alimentare.
Oltre alle usuali tecniche di diagnosi allergologica, in questo campo riveste particolare importanza l'anamnesi particolareggiata delle abitudini alimentari: il paziente stila un calendario delle abitudini alimentari, in dettaglio nelle 12 a 24 ore precedenti il fenomeno clinico accusato.
Da segnalare, tra le possibilità di inoculare a livello intradermico parte dell'alimento crudo, alfine di osservare se vi è la formazione di ponfi significativi sulla cute. Molto meno frequentemente usati sono i test di sfregamento con questi alimenti, in quanto vi è il pericolo di eventualmente scatenare reazioni disseminate addirittura che possono contemplare lo shock anafilattico. Gli esperti di questo campo hanno comunque sfilato una classifica degli allergeni alimentari che fanno il maggior numero di vittime.
Le allergie alimentari dipendono dalle abitudini alimentari del Paese:
allergia al pesce nei Paesi scandinavi;
alleria alle arachidi negli Stati Uniti;
allergia a crostacei e molluschi nei Paesi mediterranei;
allergia alle lumache nel Portogallo;
allergia al sedano crudo nella Svizzera tedesca.
Le allergie alimentari dipendono dalle abitudini alimentari dell'individuo con predisposizione genetica (atopico):
consumo eccessivo, intermittente (fondue, raclettes);
consumo prolungato nel tempo (4 litri di latte al giorno);
consumo esclusivo (cura alla carota e al sedano).
Perciò è consigliata la varietà di cibi a tavola!
Allergologia: Allergie - Diagnosi - Terapie - Prevenzione - Consigli
© Dr. S. Gilardi, pubblicato il 11.05.2002, aggiornato il 01.12.2007 23:17:28