Causa
– Influenza – Effetti
– Diagnosi
Vi sono convincenti prove in favore di un rapporto significativo fra presenza di varicocele e infertilità, anche se una tale correlazione non è da tutti accettata. Molte statistiche considerano il varicocele la causa di gran lunga più frequente di infertilità.
E’ statisticamente accertato che il varicocele, del tutto eccezionale prima della pubertà, è presente in una percentuale significativa di ragazzi in età puberale o adolescenti.
Col passare degli anni esso tende a divenire più
voluminoso. E’ probabile che il
varicocele costituisca un potenziale fattore di infertilità, che si rende
attuale quando coesistono altri momenti patogenetici: in altri termini, il
varicocele renderebbe manifesta una latente insufficienza spermatogenica.
Causa del varicocele
La causa dell’instaurarsi del varicocele è riconducibile all’assenza congenita od all’incompletezza delle valvole venose delle vene testicolari. Il reflusso venoso però può verificarsi anche in presenza di normali valvole; in tal caso si può pensare al reflusso da altre ramificazioni anastomotiche della vena renale.
L’influenza del varicocele sulla spermatogenesi può attuarsi secondo diverse modalità, corrispondenti ad altrettante ipotesi patogenetiche. L’incremento della temperatura è il fattore più spesso chiamato in causa. La differenza fra la temperatura corporea e quella scrotale è normalmente di 2,2° C; questo gradiente è dovuto alla dispersione attraverso le tuniche scrotali ed è mantenuto dal sistema di recupero di calore che si verifica al di sopra del testicolo tramite un meccanismo in controcorrente in opera fra i vasi afferenti ed efferenti intimamente associati nel funicolo. Nel varicocele tale meccanismo non sarebbe più efficiente e la temperatura testicolare si innalzerebbe oltre un valore critico, con compromissione della spermatogenesi.
Effetti del varicocele sulla funzione e sull’anatomia del testicolo
Il varicocele può produrre gradi diversi di alterazione del seme, oscillanti dalla azoospermia alla astenospermia con normale concentrazione di spermatozoi. Il quadro seminale non è specifico e può comprendere ogni sorta di alterazioni: altre condizioni morbose, come le flogosi e l’oligozoospermia idiopatica, danno in genere quadri consimili.
Il volume dell’eiaculato è spesso aumentato, oltre i 6 ml, il che è stato riferito all’aumento degli androgeni nel sangue del sistema cremasterico e deferenziale, che non sono di regola interessati dalla dilatazione varicosa, con conseguente iperstimolazione delle ghiandole accessorie androgeno-dipendenti.
Diagnosi di varicocele
Tenendo per fermo che è più importante la ricerca del reflusso nella vena spermatica che non la dilatazione del plesso pampiniforme, si può affermare che nel 70% dei casi la diagnosi di varicocele con relativo reflusso è possibile all’esame clinico, mentre nel 10% dei casi il reperto è dubbio e nel restante 20% la diagnosi di reflusso può essere fatta solo con mezzi strumentali.
Viene generalmente utilizzata una classificazione del varicocele in quattro gradi:
Grado 0 (sub-clinico): non si apprezza nessuna dilatazione del plesso pampiniforme e la affezione può essere diagnosticata solo con l’impiego di particolari tecniche strumentali.
Grado 1°: si apprezza una modestissima, dubbia dilatazione del plesso, che si fa più evidente con la manovra del Valsalva la quale consente di apprezzare un reflusso.
Grado 2°: la dilatazione del plesso, talvolta già evidente in posizione supina, raggiunge i 2 cm di diametro.
Grado 3°: la dilatazione del plesso è ben apprezzabile anche in posizione supina; nella stazione eretta l’ingorgo venoso produce una tumefazione voluminosa, talvolta più grande dello stesso testicolo.
La presenza di un testicolo (in generi il sinistro) più piccolo e/o meno consistente del controlaterale deve far sospettare l’esistenza di un varicocele.
Dr. S. Gilardi; A. Fabbrini, V. Santiemma; Andrologia, seconda edizione, aggiornato il 08.02.2009 12:49:24