Articoli - Ginecologia: Quando il bambino non dorme  

Consigli per i genitori

Articolo pubblicato da www.Gynestudio.com

Con il semplice metodo spiegato dal medico spagnolo Eduard Estivill, responsabile del Centro dei disturbi del sonno di Barcellona e autore del manualetto " Fate la nanna", vostro figlio dormirà tutta la notte nel giro di una settimana al massimo. Il libro è uscito in Italia nel 1999 (per l'editore Mandroga, 7 euro).

Tutti assicurano di averlo provato: funziona!

A dormire s'impara.

Alla base del metodo c'è un principio fondamentale: a dormire s'impara. Come per tutte le varie attività umane, mangiare, camminare, parlare.. Non ci sono bimbi che nascono insonni.

Casomai ci sono bambini che non sono stati educati al sonno.

Bisogna quindi insegnare, anche a 3 giorni di vita, come si va a dormire.

Ambiente e abitudini.

Per creare un ambiente favorevole a sonno ci vogliono buio e silenzio, orari fissi, rituali sempre uguali e precisi. Il piccolino deve fare sempre le stesse cose alle stesse ore, in modo che in lui si crei un’abitudine e associ i determinati gesti e situazioni al sonno. Per esempio: bagnetto alle 19:30, pasto alle 20:00 dieci minuti di coccole o gioco tranquillo e nanna alle 20:30. Nulla deve variare questo ritmo, ne parenti in visita ne gite o partenze. Sempre e solo nella sua culla.

La culla o il lettino devoe essere sempre gli stessi e nel medesimo posto. Vietatissimo farlo addormentare un giorno in braccio, l'altro nella carrozzina un altro ancora sul divano o nel lettone. "Dareste da mangiare a vostro figlio una volta sul seggiolone, l'altro nella vasca da bagno e un altro ancora seduto sul water?", si chiede provocatoriamente il dottor Estivill: con il sonno è lo stesso: ci sono posti e orari per dormire, e vanno rispettati.

Coccole sotto controllo.

Niente "nanna in braccio alla mamma" e niente "papà che gli tiene la mano". Il bambino va messo nella culla da sveglio, con oggetti, pupazzi, giochini ( sempre gli stessi) che può sempre ritrovare vicino a lui. Così non associa il sonno alla presenza di una persona e impara ad addormentarsi da solo.

Lasciatelo lamentarsi, ma rispettando i tempi.

Ma se si sveglia tredici volte per notte o se scambia il giorno per la notte? Qui non ci sono vie di scampo. Cuore di pietra, tappi nelle orecchie e cronometro in mano, scatta il metodo Estivill.

Messo il bambino a dormire da solo, se si sveglia bisogna lasciarlo piangere e aspettare un tempo preciso (vedi tabella) prima di entrare in camera. Poi si entra, gli si parla, lo si rassicura e si esce di nuovo. Lui ricomincia, e i genitori ripetono lo stesso rituale, aspettando stavolta qualche minuto in più. È fondamentale rispettare la tabella dei tempi con il massimo rigore.

Visita, chiacchera, uscita. L'importante è rassicurarlo che non è abbandonato, quindi entrare ogni volta in camera sua, ma limitarsi a parlargli e non cedere ai suoi ricatti: cioè non prenderlo in braccio, non dargli la mano, non portargli da bere.

Garantito!

È dura, ma il sistema funziona in pochi giorni, anche in bambini già grandicelli e vale fino ai 5 anni. Nell'ambulatorio spagnolo di Estivill è stato sperimentato su 823 bambini tra i 6 mesi e i 5 anni, con una percentuale di successo del 96%, da noi testimonianze entusiastiche di genitori lo confermano (vedi il sito www. Internetbookshop.it). 


© Dott. G. Buetti,pubblicato il 29.11.2005, aggiornato  il 29.11.2005 09:33:03